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Se fosse passato inosservato (e conseguentemente inascoltato) il primo passaggio discografico del giovanissimo duo sulla New Series di ECM (Makrofauna, del 2014) vi è la chance di un recupero nel freschissimo Silfr, appena licenziato da un'agguerrita label norvegese che sta edificandosi un proprio consistente profilo nell'area avant-garde.  Così come le due neo-diplomate soliste potevano godere di una mentore di ferro nella comune insegnate d'improvvisazione Sidsel Endresen (chiave d'accesso all'etichetta di Monaco) è dal condiviso talento che si è generata la continuità di performances che con regolare cadenza ne stanno segnando immagine e profilo creativo.  Relativamente originale la personificazione strumentale del duo, che letteralmente anima la respirazione dei propri lignei strumenti infondendovi energie circolanti come in un flusso biologico, evidenziandone con poco artefatta naturalezza la loro non scontata specularità, nonché la plastica inter-dipendenza nel corso della performance.  Suddiviso in dieci tracce con netta preferenza per i flussi sensoriali piuttosto che per le soluzioni di continuità, Silfr riesce nei fatti attento alla distinzione tematica dei passaggi: dalle correnti incontenibili di Silfr o al clima ben più introverso e criptico di Usynlig Flimmer, dal cavernoso e cullante Urtjern al macchinoso e febbrile Sprø Glimmer o ai contemplativi e sacrali Karbontiden o Aurum, l'album non difetta in trovate rappresentative, in cui i due strumenti riescono anche a smarcarsi dai confini delle rispettive gamme timbriche, in una sintesi in cui la Creative Music incontra senza apparenti fratture le ali più avanzate dell'Accademia, il tutto con una allure per lo più spontanea, dallo svolgimento comunque complesso e a tratti inestricabile, ma non per ciò privo d'ariosità. 
Denominazione di rara stringatezza a sigla di un duo la cui energie fluiscono, più spesso erompono con brulicante, continua ispirazione naturale (non una novità, nella vena creativa dell'estremo Nord) eminentemente dominata dall'empatia, ma più propriamente dall'organica simbiosi tra le partner; la «sintesi granulare acusticamente orientata» del duo si conferma nei suoi nuclei tematici e nella sua carica istintuale, donandoci una performance intima ed insieme avventurosa, nei segni di una gemellarità di forte sensibilità ed acustico sentire.